La vita militare svelata ai più giovani

Il generale Gabriele Felli incontra gli stidenti universitari della Del Levante


martedì 17 marzo 2015 - Alle 19:00


Il generale Gabriele Felli, già in forza presso il Genio, ha incontrato gli universitari della Residenza del Levante

Il progetto formativo dei propri studenti vede la Residenza del Levante organizzare regolarmente, oltre ai corsi interni, con moduli volti ad analizzare uno specifico tema, spesso  decisamente interdisciplinare,  incontri con ospiti, provenienti dai più vari settori del mondo del lavoro.

L’obiettivo, naturalmente, è comune:  raccordare le fasi di apprendimento tecnico delle materie universitarie, con testimonianze di quanti ordinariamente le applicano nel variopinto paesaggio delle relazioni professionali, approfondendo direttamente un tema, nei corsi interni, oppure, più semplicemente, raccogliendo la testimonianza di un professionista stabilmente inserito in una organizzazione lavorativa.

Il generale Felli, si è intrattenuto in  una piacevole chiacchierata con gli studenti nel soggiorno della residenza. Rietino, di origine, ha girato il bel Paese in lungo e in largo per incarichi di lavoro, come spesso accade ai militari. Dopo l’accedemia militare di Modena, frequentata incuriosendosi per la medesima decisione di un caro amico, l’alto ufficiale, ha studiato alla scuola di applicazioni dell’Esercito di Torino, poi dirigendola, approdando quindi a Bologna e Roma.

Attualmente in congedo, ha all’attivo varie collaborazioni con ministero dei lavori pubblici ed ambiente, tra cui uno studio sull’abusivismo proprio nella regione Puglia.

Il lavoro del Genio, ha spiegato, ha un carattere servente agli altri corpi dell’Esercito, i quali, dovendosi spostare , hanno bisogno di infrastrutture edificabili in poco tempo, ma valide e solide. Dal punto di vista della organizzazione, il reparto è poi suddiviso in tante altre sezioni: telecomunicazioni e  trasporti, solo per citarne alcune.

Nel racconto della sua vita professionale, l’ospite ha tenuto a sottolineare come anche e soprattutto nella forze armate occorra una sana attenzione a chi ci circonda svolgendo magari le stesse mansioni.  Un buon comandante, quindi, non è un despota che abusa del proprio potere opprimendo  i sottoposti con capricci, bensì, avendone a cuore l’integrità, e nel caso delle forza armate la vita, impartisce loro comandi che, auspicabilmente siano dettati da un maggiore esperienza con la professione.Oltre al racconto di numerosi impegni portati a termine con il proprio reparto, tra cui si può ricordare anche l’assistenza ai primi migranti nel 1990, il generale ha spesso parlato alla necessità per un buon ufficiale , di qualità umane, non lesinando decisi riferimenti ad episodi che egli ha potuto toccare con mano.

Data l’informalità dell’incontro e la sua struttura dialogica, i ragazzi, incuriositi, non hanno risparmiato domande e curiosità, soprattutto relative ad esperienze sul campo e rapporti con altre forze armate.

Congedandosi, l’alto ufficiale, ha calorosamente salutato tutti.

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